Curare paure e fobie

Curare paure e fobie - Dott. Silvio Todisco Psicologo Trani Bari Puglia
Curare paure e fobie – Dott. Silvio Todisco Psicologo Trani Bari Puglia

Le fobie

Vi è mai capitato di assistere ad una scena nella quale un amico, un famigliare, un conoscente, il vostro partner o magari proprio voi stessi, “ve la siete fatta sotto” per aver visto un ragno,

un ago, un piccione, un insetto, uno scarafaggio e chi più ne ha più ne metta!

Le fobie sono paure sproporzionate rispetto a qualsiasi oggetto (o animale o persona ecc.) che non rappresenta un reale pericolo, ma la persona percepisce questo ENORME stato d’ansia

come non controllabile, anche mettendo in atto strategie comportamentali o rimuginii utili per fronteggiare la situazione.

( “NON è NULLA!”, “SEI AL SICURO”, “BASTA CAMBIARE STRADA O POSTO”, “SCAPPO TANTO NON MI Può INSEGUIRE” ECC..)

La fobia è una paura, intensa, persistente e duratura, provata per una specifica cosa. Ma come è possibile riconoscerla? Si tratta di una manifestazione emotiva (CON ATTIVAZIONE FISIOLOGICA)

sproporzionata per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia. Chi soffre di fobie, infatti, è sopraffatto dal terrore di entrare in contatto con ciò che teme: un ragno o una lucertola, etc.

Sintomi

I sintomi fisiologici provati da chi soffre di fobie sono: tachicardia, vertigini, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito e spossatezza.

Ovviamente, tali manifestazioni patologiche si attuano solo alla vista della cosa temuta o al pensiero di poterla vedere.

Fobie & Evitamento

Le persone con determinate fobie, sono sostanzialmente degli ansiosi e come tali funzionano, nel senso che tendono a evitare le situazioni associate alla paura, ma alla lunga questo meccanismo diventa

una vera e propria trappola, che crea un vero e proprio CIRCOLO VIZIOSO.

Infatti, l’evitamento non fa altro che andare a confermare la pericolosità della situazione evitata e ne consoliderà la risposta futura come piano d’azione. Si crea, così un circolo vizioso, che da una parte porta a essere sfiduciati nelle proprie capacità e dall’altra

compromette le relazioni sociali, perché pur di evitare la cosa temuta si è pronti a rinunciare a una serata tra amici. Ad esempio chi ha la fobia degli aghi e delle siringhe può rinunciare ai controlli medici;

chi ha paura dei piccioni non attraversa le piazze, chi teme i cani, eviterà tutte le situazioni in cui saranno presenti, e così via.

Principali tipi di Fobie

Esistono le fobie generalizzate, come l’agorafobia, paura degli spazi aperti, e la fobia sociale, paura di esporsi in pubblico, e le fobie specifiche, generalmente gestite evitando gli stimoli temuti, che posso essere:

Tipo situazionale: nei casi in cui la paura è provocata da una situazione specifica, come trasporti pubblici, tunnel, ponti, ascensori, volare, guidare, oppure luoghi chiusi (claustrofobia o agorafobia).

Tipo animali: Fobia dei ragni (aracnofobia), fobia degli uccelli o fobia dei piccioni (ornitofobia), fobia degli insetti, fobia dei cani (cinofobia), fobia dei gatti (ailurofobia), fobia dei topi, ecc..

Tipo ambiente naturale: fobia dei temporali (brontofobia), fobia delle altezze (acrofobia), fobia del buio (scotofobia), fobia dell’acqua (idrofobia), ecc..

Tipo sangue-iniezioni-ferite: fobia del sangue (emofobia), fobia degli aghi, fobia delle siringhe, ecc..

In generale, se la paura viene provocata dalla vista di sangue o di una ferita o dal ricevere un’iniezione o altre procedure mediche invasive.

Altro tipo: In questo caso la paura è scatenata da altri stimoli come: il timore di situazioni che potrebbero portare a contrarre una malattia ecc.

Esiste una particolare forma di fobia che riguarda il proprio corpo o parti di esso che la persona percepisce come sproporzionate, inguardabili, orribili rispetto a come realmente si mostrano (dismorfofobia).

Le fobie non celano nessun significato simbolico inconscio e la paura è semplicemente legata a esperienze di apprendimento errato involontario nei confronti di qualcosa.

In questo caso, l’organismo associa automaticamente la pericolosità a un oggetto o situazione oggettivamente non pericolosa.

Questa associazione avviene per condizionamento classico, ovvero la relazione tra pensiero e oggetto si crea grazie alla prima esposizione spaventante che si è verificata ed è mantenuta nel tempo

a causa dell’evitamento messo in atto per non provare quella terribile emozione di forte ansia che ne consegue.

In un percorso di supporto psicologico e/o psicoterapeutico si lavorerà dunque sul VALORE di significati attribuiti alle esperienze passate che hanno dato il via alla fobia, alla modificazione

delle rappresentazioni mentali che l’oggetto pauroso crea e a percorsi graduali di DESENSIBILIZZAZIONE.

La desensibilizzazione mira a rompere suddetti circoli viziosi, mirando a insegnare alla persona i vari processi, in modo tali da non renderli più automatici, ma consapevoli e coscienti.

Occorrerà lavorare anche sulla propria autostima, sul senso di colpa e sulla vergogna di provare paure insensate o ridicole (chi proverà maggiore vergogna verso sé: chi ha paura di un doberman o chi ha paura di un bassotto?)

in modo tale da fornire gli strumenti giusti e le armi ideali per affrontare ogni situazione che la vita ci presenta ogni giorno!

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